“Geopolitics of the New Middle East” – Il nuovo libro di Giancarlo Elia Valori

da admin

Di recente si è tenuto un importante evento con protagonista il Professor Giancarlo Elia Valori. L’occasione è stata la presentazione del suo ultimo libro, Geopolitics of the New Middle East. L’avvenimento si è svolto all’Hotel Hilton di Tel Aviv e ha visto la partecipazione di illustri personalità ed esperti di fama mondiale.

Felicitazioni per l’evento sono giunte da tutto il mondo e, in particolare, dal Decano dell’Istituto per le Relazioni Internazionali dell’Università di Pechino che ha partecipato non solo a titolo personale ma anche a nome della Facoltà intera e ha voluto esprimere le più sentite congratulazioni e la più profonda ammirazione per il pregevole volume.

Tantissime sono le personalità intervenute all’evento. Tra i tanti accademici e analisti di fama internazionale, una particolare menzione la meritano l’Ambasciatore d’Italia presso lo Stato di Israele, Dottor Gianluigi Benedetti, Dalia Rabin figlia del Presidente Rabin, Chemi e Yoni Peres figli del Presidente Peres che perseguono l’importante opera paterna curando il famoso fondo Pitango e il Peres Center for Peace and Innovation.

Tra gli altri personaggi di spicco presenti alla presentazione di Geopolitics of the New Middle East, anche il Gen.le Hefetz, Comandante della sicurezza di Israele, Amos Yaron, Giora Eiland, Guy Zuri, il Vice Presidente di Pitango, Ramy Kalish e l’Israel Special Force Commander, Brig. Gen.le Gal Hirsch, il Generale Moshe Yaalon ex Ministro della Difesa.

Si è trattato di un parterre d’eccezione che, solo il Professore poteva riunire per rendere giusto merito alla celebrità dell’autore e alla valenza dell’opera.

Giancarlo Elia Valori è uno dei più importanti manager italiani. Docente universitario e attento osservatore della situazione politica ed economica internazionale, nella sua lunga carriera ha ricoperto importanti incarichi in prestigiose società italiane ed estere. Attualmente è Presidente dell’International World Group

Inoltre è presidente onorario di Huawei Italia nonché detentore di importanti cattedre in prestigiosi atenei quali la Yeshiva University di New York, l’Hebrew University di Gerusalemme e la Peking University.

Nel 1992 è stato nominato Cavaliere della Legion d’onore con la motivazione: “Un uomo che sa vedere oltre le frontiere per comprendere il mondo”; dall’11 maggio 2001 è inoltre ambasciatore di buona volontà dell’Unesco per i meriti profusi generosamente nella difesa e nella promozione del patrimonio immateriale. Nel 2002 ha ricevuto il titolo di Honorable de l’Académie des Sciences de l’Institut de France.

Nella Bibbia è scritto che Yahweh creò l’uomo plasmando la polvere del suolo. Il Medio Oriente è una regione piena di polvere e di deserti. Dar forma alle cose sembra essere la sua vocazione, ma plasmare la pace è più difficile qui che altrove.

Pace non è solo il contrario di guerra, lo spazio temporale tra due conflitti. Pace è qualcosa di più. Per questo motivo non c’è uomo di Stato, diplomatico illustre o intellettuale di rilievo che non si sia interessato alla questione medio orientale. La Pace nel mondo passa necessariamente da qui.

A questa regione al confine tra due continenti e alla sua sete di Pace il Professor Giancarlo Elia Valori ha dedicato il suo ultimo libro, Geopolitics of the New Middle East.

L’iniziativa della casa editrice israeliana Arrowmedia di tradurre e pubblicare in inglese i preziosi saggi del Professor Valori, oltre a colmare una lacuna linguistica, permette di racchiudere i testi in un’unica opera organica e ragionata.

Il libro si basa su una raccolta di trentuno saggi scritti a cavallo tra il 2017 e il 2019, preceduti dalla prefazione di Avi Pazner, ex Ambasciatore israeliano a Roma e Parigi.

In essi si affronta l’analisi geopolitica dei più importanti avvenimenti intercorsi in Algeria, Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Libano, Qatar, Siria e Turchia, senza tralasciare le questioni legate all’OPEC, con attenzione particolare alle vicende legate al petrolio e ai gas naturali. Attorno a questo palcoscenico d’eventi sono prese in considerazione, con particolare minuzia, gli interventi e le influenze delle superpotenze: Stati Uniti, Cina e Russia.

Se la ricerca della pace è una scienza, allora lo è sui generis. Le scienze normali restringono, specializzandolo, il loro campo d’azione; la pace invece lo allarga. Lo fa in maniera tanto smisurata da trascinarvi dentro occhio, oculare e ogni strumento del ricercatore. Nulla resta immune dalla ricerca della pace, ogni angolo è scrutato, ogni posto setacciato perché si possa cullare il sogno di un bambino che chieda: “Mamma, che cos’era la guerra?”

In questo scavare dentro le ragioni dei contendenti, le mani del Professor Valori hanno la tempra dell’artigiano. Nel suo testo non c’è solo l’analisi allo stato dell’arte, c’è anche la passione e il coraggio di chi ha a lungo impastato le parole per plasmare la Pace.

Il Professor Elia Valori era amico personale del Premio Nobel Shimon Peres. Di lui, ripetutamente, il Presidente di Israele ha espresso ammirazione e fiducia, tanto da definirlo in più occasioni suo collaboratore e uomo di pace, elogiando la sua conoscenza in campo diplomatico e geopolitico.

Nel suo discorso in Israele, in occasione della cena in suo onore, tenutasi presso la residenza dell’Ambasciatore italiano in Israele, S.E. Gianluigi Benedetti, il 29 giugno di quest’anno, il Professor Valori, Honorable de l’Académie des Sciences de l’Institut de France, ha ricordato che: “L’arte della diplomazia e la stretta connessione con la comunicazione, come pure, l’innegabile correlazione con la costruzione di solidi rapporti amicali, sono alla base di ogni rapporto il cui proposito sia il rafforzamento della concordia e la pace tra i popoli”.

Il dialogo e lo sforzo per far sedere i contendenti attorno a un tavolo di trattative s’intrecciano e prendono la forma di un vento dentro al libro del Professor Valori; una brezza ispirata dalla voglia di Pace che gira le pagine del suo testo e che soffia forte lì, come in ogni impegno da lui assunto nel corso della sua vita per allontanare lo spettro di un conflitto.

Di questo è fatta la ricerca della pace. Di persone grandi che dedicano la loro vita e il loro respiro per soffiare tra le pagliuzze esili con cui si accende il falò della pace. Il fuoco acceso dal Professor Valori si è col tempo unito ad altri focolari, in Israele come nel resto del mondo, e insieme hanno reso meno oscura la notte degli orrori della guerra.

Tra i grandi fari di pace, l’accademico ricorda il Centro Peres per la Pace e l’Innovazione. Si tratta di uno dei principali organismi in Israele, creato dallo stesso Shimon Peres per contribuire all’allontanamento della barbarie della guerra.

Il Centro promuove lo sviluppo e il funzionamento di progetti nei settori dello sport, dell’educazione, della leadership, dell’imprenditorialità, dell’innovazione, della medicina, degli affari e dell’ambiente. E’ importante ricordare l’operato del Centro Peres, perché i suoi progetti di punta operano a tutti i livelli: locali, regionali e internazionali. Tutti possono partecipare ai diversi programmi del centro: giovani e meno giovani, ebrei e arabi, israeliani e palestinesi, professionisti e studenti.

Tutti possono partecipare alla costruzione della pace nel mondo, è vero, ma è necessaria preparazione. Per evitare personalismi e pericolosi estremismi, occorre creare una classe dirigente che abbia gli strumenti necessari per operare attorno allo scivoloso tavolo della diplomazia.

Lo scopo dei progetti del Centro Peres, come dell’attività di accademici illustri, tra cui spicca il nostro Professor Valori, è quello di consentire il dialogo e la conoscenza in un ambiente sicuro e formare futuri leader che avranno un impatto positivo sulla loro società, sul Paese e sull’intera regione.

Ma come raggiungere quest’obiettivo? Come si creano connessioni e ponti commerciali che possano dar frutti garantendo anche il rispetto dell’ambiente? Occorre agire nel pensiero innovativo e creativo, nelle collaborazioni locali, regionali e internazionali.

E’ così che centinaia di piccole e medie imprese hanno ricevuto consulenza individuale e sostegno. Sono allora nate centinaia di relazioni commerciali ed economiche transfrontaliere e sono state formate decine d’imprenditori.

La pace non è un concetto astratto, la pace è terra e polvere da modellare. Le mani del Professor Valori sono abili nello scavare, esperte nel distinguere la materia prima migliore e nell’individuare tra la grotta buia delle tensioni internazionali, la via che porterà a rivedere la luce.

La guerra non è una nemica sconosciuta. Bisogna però studiarla e affinare le proprie conoscenze per poterla arginare, partendo dal buio di una trincea per arrivare attorno a un tavolo dove negoziare la Pace. “La guerra ha sempre seguito la storia dell’umanità”, dice il Professore. “E’ una carneficina lanciata dall’uomo contro l’uomo stesso”. Nel dispiegarsi dei venti di una guerra, giusta o ingiusta che essa sia, le vittime sono inevitabili, ed è a queste che occorrerebbe pensare.

“Chi muore sul campo di battaglia è spesso gente amante della pace sulla terra. Queste persone sono condotte al fronte dai loro ufficiali per combattere il nemico, ma in realtà, non si può considerare nemico chi non si conosce nemmeno personalmente e vive in un altro Paese”, dice ancora il Professor Valori.

Per evitare gli scenari di guerra e le loro terribili conseguenze quello che dobbiamo fare è dare la possibilità a civiltà diverse di comunicare tra loro, senza entrare in conflitto. “Occorre consentire a Paesi diversi di cooperare alla Pace”, riflette il Professore.

Per rendere le persone di tutti i Paesi amiche e amichevoli l’una con l’altra, occorre agire a diversi livelli. L’economia e i ponti di cooperazione internazionale sono certamente obiettivi primari, poiché dal benessere diffuso si generano rapporti più distesi e cordiali. C’è però un altro aspetto molto importante sul quale occorre impegnarsi: il fronte della cultura.

Questo punto è tanto importante che durante il suo discorso del 29 giugno di quest’anno, tenuto all’Hotel Hilton di Tel Aviv, il Professor Valori ha voluto sottolineare che: “La cultura, la conoscenza della storia e l’approfondimento dello sviluppo delle relazioni internazionali giocano un ruolo insostituibile come anello di congiunzione tra i cuori e gli animi delle persone, dei cittadini”.

La cultura è per il Professor Valori parte della terapia. Le scorse generazioni vedevano il futuro come una promessa; oggi è invece vissuto come una minaccia o per lo meno come qualcosa d’imprevedibile. Occorre tornare sui libri per scoprire come non abbia senso vivere in un assoluto presente fatto di chat online e di profili virtuali che non aggiungono nulla alla maturità di chi vive dentro quei contenitori. Occorre tornare alle radici della nostra storia, perché dobbiamo essere artefici di un nuovo rinascimento.

Viviamo un momento storico particolare, una fase di transizione che ci porterà a una società completamente informatizzata. In questo contesto la Fondazione Mundi Live della Dottoressa Margherita Chiara Immordino Tedesco e il Professor Giancarlo Elia Valori sentono la necessità di ribadire il primato della cultura.

Le svolte populiste che si sono affermate in diversi paesi europei, e non solo, dimostrano da sole qual è il rischio cui andiamo in contro. Quando a sostenere il peso della cultura rimane solo l’eroismo silenzioso delle mensole, accade che la classe dirigente che si afferma è fatta da personaggi del tutto impreparati e senza esperienza alcuna.

Dar forma alla pace significa riuscire a fare molto con poco, plasmare la terra e la polvere, essere capace di dialogare con chi ti è nemico. In quest’ottica, il nuovo libro del Professor Giancarlo Elia Valori appare come un gradito tassello utile per la costruzione di quel complicato mosaico che è la pace degli uomini in terra.

Quando Yahweh parlò a Geremia, gli disse di scendere nella bottega del vasaio, perché là Egli gli avrebbe fatto udire la Sua parola. Il Profeta scese e vide un uomo che lavorava al tornio. Lo vide mentre stava modellando un vaso. Il manufatto si guastò più volte e ogni volta l’artigiano si affrettò a fare un altro vaso come ai suoi occhi pareva giusto (Geremia 18 -1,2).

La ricerca della Pace, questo modellare le parole perché vestano gli indumenti dei giorni di festa, assomiglia molto al lavoro del vasaio. Là, da qualche parte in bottega, tra gli strumenti con cui gli uomini si adoperano per dar forma alla Pace, c’è uno spazio pronto ad accogliere una copia de Geopolitics of the New Middle East, il nuovo libro del Professor Giancarlo Elia Valori. Chiunque intenda vestire i panni del vasaio della Pace, ne avrà per certo bisogno.

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